Nelle prime letture e riletture cercavo di trovare un filo d’Arianna che mi permettesse di uscire dal tuo labirinto verso la luce, di trovare la chiave che aprisse i tuoi versi, ma mi sono poi accorto che stando nel tuo dedalo passa la voglia di lasciarlo. Mi ci sono aggirato volentieri e sistemato, ritrovando di testo in testo le tante facce del tuo pur compatto poliedro di scrittore impegnato, di incorreggibile innamorato delle parole e delle cose, di «eterno imperfetto» in costante ricerca, di raffinato uomo colto che non ha scordato il profumo del fieno. E nelle tue poesie il lettore finisce per scoprire anche un po’ di se stesso, come in certi labirinti di specchi dei vecchi luna park. Anche questo mi pare un effetto che solo gli scrittori veri sanno produrre. Niente distacco critico, dunque, caro amico, ma naturale empatia”.

Dall’introduzione di Piero Gibellini

 

PER UNA CHE ASPETTA

Il frutto che si muove dentro la bella stanza
del tuo bel corpo quando maturerà?
Già si fa tutto azzurro, per te, quel che sarà.
Sì, gridan da mente e cuore, la Vita e la Speranza.
Non lasciare che in te sfiducia cresca.
Sii anche tu come la verde frasca
di arbusto che nel fitto vasto bosco
un suo rametto butta fuori, sangue suo.
Come Natura fa, arrischia! …arrischia!

 

Nel 2015 Giovanni Orelli rilascia un’intervista, alla casa editrice ADV Publishing House.
Ecco, qui di seguito, il video dell’incontro realizzato in collaborazione con Mauro Valsangiacomo. Realizzazione di Fabrizio Nicora.

Giovanni Orelli è nato a Bedretto nel 1928. Ha insegnato in vari ordini di scuola, vive a Lugano. Ha pubblicato tre romanzi da Mondadori (il primo, nel 1965, è L’anno della valanga), uno da Einaudi (Il sogno di Walaceck) e due da Donzelli (Il treno delle italiane e Gli occhiali di Gionata Lerolieff). Ha pure pubblicato diversi racconti “ticinesi” (tra i recenti, Da quaresime lontane, Farciamm da Punt a Punt. Facezie dell’Alto Ticino, e Immensee. Tra Chiasso e Basilea) e, da ultimo, la raccolta I mirtilli del Moleson (Nino Aragno editore, 2014). Per la poesia, è autore di alcune raccolte, tra cui Un eterno imperfetto (Garzanti), Quartine per Francesco (Interlinea; una seconda silloge di sonetti che prosegue idealmente la prima è in uscita nel 2015 per lo stesso editore) e Concertino per rane (Casagrande). Nel dialetto di Bedretto ha pubblicato le poesie di Sant’Antoni dai padu (Scheiwiller). Ha curato un’antologia (storia e testi) delle lettere nella Svizzera italiana e, con Diana Ruesch, il Carteggio Bertoni-Chiesa. Collabora con il settimanale “Azione” con una rubrica di segnalazioni librarie. Nel 2012 è stato insignito del Gran Premio Schiller. Per alla chiara fonte ha pubblicato una prima silloge delle Quartine per Francesco, 2003, Cata mia da savei, 2004, e la raccolta Frantumi, 2014. Scompare il 3 dicembre 2016.