Una vita segnata dall’umiliazione, dalla sconfitta, dal tormento, dalla follia. Catherine Sauvat ripercorre l’esistenza di uno dei massimi scrittori del Novecento entrando nelle pieghe di un’anima – ma soprattutto di una scrittura – senza eguali. Robert Walser ci viene allora incontro con la sua bizzarria, i mille mestieri che ha esercitato, la venerazione masochistica delle donne, il suo gusto ad annullarsi e soprattutto quell’impareggiabile genio che l’ha portato a scrivere, in caratteri sempre più minuscoli fino ad essere indecifrabili, alcuni grandi capolavori del secolo trascorso. Un ritratto che resta nella memoria come segnato a fuoco. Ma anche una figura che riesce indimenticabile per quel lato poetico, romantico e solitario che l’ha accompagnata nel dolore e nella follia fino alla morte. Morte avvenuta nella neve, simbolicamente, il 25 dicembre del 1956, nel corso di una passeggiata.
Hermann Hesse dichiarò di lui: «Se poeti come Walser appartenessero alle classi dirigenti non ci sarebbe guerra. Se egli avesse centomila lettori il mondo sarebbe migliore».
Catherine Sauvat è germanista, giornalista e scrittrice. Nel 1996 ha realizzato, insieme a Pierre Beuchot, un documentario su Robert Walser per la serie televisiva Un Siècle d’écrivains (France 3). Tra i suoi libri si ricordano Chroniques viennoises (1991) e Chroniques berlinoises (1992), Stefan Zweig et Vienne (2000), Isabelle Eberhardt ou le rêve du désert (2004).