Vivere una passione amorosa in una partecipazione fatta di dolore, è il prezzo della perfezione, che Alain Sulzer, scrittore basilese, conosce a fondo e rappresenta splendidamente nel romanzo Un cameriere perfetto, premiato con il prestigioso “Médicis” quale miglior romanzo straniero.Ernest, l’eroe del romanzo, è un cameriere perfetto, lavora da molto tempo in Svizzera, al Grand Hotel di Giessbach, frequentato dalla grande società europea in fuga dal nazismo e dalla guerra che incombe. Lì incontra il volto concreto del suo destino nella persona di Jacob, nuovo impiegato dell’albergo; i due si amano, ma Jacob è un opportunista, che lo tradisce per un vecchio scrittore tedesco ospite del Grand Hotel che lo porta con sé in America. Dopo trent’anni Ernest, che non lo aveva mai scordato, riceve dall’America una lettera di Jacob che gli chiede sfrontatamente un doloroso favore. La storia si sviluppa in un’atmosfera carica di violenza amorosa, sullo sfondo di una morale borghese che annienta le libertà e che fa di Ernest l’amante temerario e perduto di un romanzo che Thomas Mann non avrebbe rinnegato.
Erneste riceveva posta di rado. Ricevere una lettera da Jakob, da Jakob che aveva del tutto perso di vista, ma mai dimenticato, era più di quanto avesse osato sperare negli ultimi anni
Alain Sulzer nasce a Basilea nel 1953. Bibliotecario, giornalista, inizia a scrivere nel 1980. Premio Schiller nel 2005, nel 2008 premio Médicis per il miglior libro straniero (Un cameriere perfetto).